Non odiamo i batteri: quelli intestinali sono utilissimi!

Si ha spesso una visione negativa dei batteri e dei microrganismi in generale. Consideriamo troppo poco che sono proprio i batteri, per esempio quelli presenti a livello intestinale, ad essere i nostri migliori amici.

Le funzioni del microbiota

Il microbiota intestinale, cioè la comunità microbica presente nell'intestino, impedisce ai microrganismi patogeni di aderire alla mucosa intestinale e ne compete per i nutrienti. Il nemico si trova quindi in una situazione di svantaggio. Importantissima anche la sua capacità di produrre la vitamina K, di far maturare il sistema immunitario e di sollecitare la motilità intestinale.

Bisogna cercare in tutti i modi di preservare il microbiota intestinale. L'abuso di antibiotici non è consigliato perché questi uccidono ogni genere di battere: da quelli patogeni che hanno dato motivo di assumere antibiotici, a quelli protettivi. Prima che la microflora intestinale torni ad essere rigogliosa passa molto tempo, ed in tale periodo il nostro organismo risulta maggiormente vulnerabile. Antibiotici sì, ma solo se indispensabili.

Foto di silviarita da Pixabay

Microbiota ed obesità

Uno studio che per me è stato illuminante risale al 2014. Semplificando tutti i processi in analisi, i ricercatori rilevarono che se un topo germ-free, cioè un topino senza alcun battere che lo colonizzi, riceveva tramite trapianto fecale il microbiota intestinale di un topo magro, il topino germ-free cresceva magro. Se il germ-free riceveva il microbiota di un topino obeso, cresceva obeso. Inoltre l'obesità del topo donatore era susseguita alla somministrazione alla nascita di penicillina, cioè di un antibiotico [1]. I risultati dimostrano come la presenza e la "tipologia" di batteri intestinali possano incidere sul metabolismo. Risultati simili sono emersi anche nell'uomo: una donna normopeso ricevente il microbiota di un donatore obeso (il trasferimento è il rimedio più efficace per porre fine alle infezioni da Clostridium difficile) sviluppò obesità nel giro di un anno [2].

Il cibo incide sui batteri intestinali...

Le fibre solubili, principalmente presenti nei legumi, ma anche in frutta fresca o secca, in alcuni cereali integrali e determinati ortaggi, sembrano ridurre l'incremento del peso e l'accumulo di grasso nei topi obesi. Inoltre la fibra solubile riesce a rigenerare la diversità microbica dell'intestino promuovendo la crescita dei batteri più benefici [3]. 

Il tipo di alimentazione influenza lo sviluppo di differenti generi di batteri intestinali anche nell'uomo, fin dalla nascita. L'esempio più lampante è la differenza di microbiota tra popolazione Africana ed Occidentale. Durante l'allattamento la biodiversità batterica è simile in entrambe le popolazioni. Inizia a differenziarsi a seguito dello svezzamento, quando i bambini occidentali preferiscono proteine animali, mentre gli africani quasi esclusivamente proteine vegetali. L'intestino occidentale presenta batteri in grado di agire sugli zuccheri, mentre i batteri intestinali africani idrolizzano efficientemente la fibra. La fibra, infatti, non è assorbita ed arriva integra all'intestino. I batteri la fermentano per utilizzarla a loro piacimento e generano acidi grassi a corta catena, i quali nel fegato danno trigliceridi "energetici". Nella popolazione africana i batteri si sono evoluti in modo tale da poter estrarre nel miglior modo possibile l'energia dagli alimenti disponibili.

...così come la quantità di alimenti

L'iperalimentazione di alcuni soggetti influisce sui batteri intestinali. Le evidenze sembrano dimostrare che una dieta ricca di grassi e di carboidrati raffinati stimoli la crescita di batteri collegati all'obesità [4]. Dunque si può affermare che il microbiota è diverso tra individui normopeso ed individui  sovrappeso, considerando anche che, in caso di eccesso ponderale, la presenza di batteri ideali per controllare il peso corporeo è limitata [5]. ATTENZIONE! Questo non significa che tutti i grassi debbano essere eliminati! Per quanto sembri paradossale, i grassi sono indispensabili per il buon funzionamento del nostro organismo. Certamente non bisogna eccedere, e sarebbe sempre meglio favorire oli di origine vegetale, il pesce azzurro e le carni magre, piuttosto che carni grasse, burro e fritti.

Concludendo

Tali riscontri non mettono d'accordo tutti i ricercatori e quindi si rendono necessarie ulteriori verifiche [6]. Sebbene esistano discrepanze, l'importanza del microbiota resta indiscussa e meritevole di ulteriori indagini che possano svelare con certezza quanto noi dipendiamo dai batteri intestinali e quanto loro evolvano a seconda delle nostre abitudini

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