Quando il cibo è sprecato

<<Guarda qua che muffa, questo pane in cassetta lo devo buttare...>>. Quante volte ci è capitato di gettare nell'immondizia un prodotto perché andato oltre scadenza o perché dall'odore o dall'aspetto ben poco gradevole. Il rischio di star male è in agguato e di certo non vogliamo passare le nostre giornate sul WC. O peggio. Ma a voi non piange il cuore quando un cibo viene buttato tra i rifiuti, causando spreco?

Foto di Nareeta Martin da Unsplash

Date di scadenza

Allora, iniziamo a fare una distinzione tra date di scadenza. "Da consumarsi entro il" è un avviso perentorio. Nei laboratori, gli scienziati hanno studiato che l'alimento può resistere solo un dato numero di giorni prima che si formi un quantitativo di batteri patogeni tale da poterci far male. Sempre che venga perfettamente conservato. Per cui in etichetta viene riportato il giorno in cui scocca la data x considerando lo scorrere del tempo dalla data di produzione. "Da consumarsi preferibilmente entro il" è un consiglio. Abbiamo ancora 4-5 giorni per poter consumare l'alimento, non c'è bisogno di buttarlo se non è scaduto da più di una settimana. Ecco, non avrà più un aspetto e un sapore fresco, ma non ci farà finire in ospedale. Possiamo consumarlo. Anche qui, se le modalità di conservazione, che sono sempre scritte in etichetta, sono state perfette.

Lo spreco italiano

Nel 2020 lo spreco alimentare italiano a livello domestico ci è costato 6,5 miliardi. In totale gli italiani sono stati in grado di buttare via 2 milioni di tonnellate di cibo. Anche se la faccenda sembra in miglioramento rispetto agli anni precedenti. Consolatorio? Continua a leggere...

Ci rendiamo conto che ogni robiolina gettata nell'umido è una perdita di soldi per la nostra famiglia, che quella robiola l'ha dovuta pagare? Magari l'avessimo avuta gratis! E anche in quel caso, poverella la vacca che ci ha dato il latte e il pastore che ha prodotto il formaggio, che si vedono gettare letteralmente nel cestino le loro fatiche.

Uno studio ha rilevato che ci sono diversi profili di "acquirenti" che differiscono a seconda dei comportamenti alimentari, di acquisto e di conservazione. Gli studiosi hanno evidenziato 7 categorie, ma solo 4 "meritevoli" di nota: 1) il cosciente un po' pignolo, ossia che butta via il prodotto alimentare perché non ha un buon odore o non ha un bell'aspetto; 2) il cosciente-smemorato, che non sa cosa c'è in frigorifero o in dispensa, per cui lascia scadere i prodotti; 3) il consumatore frugale che non consuma frutta e verdura (vanno a male troppo in fretta, perché acquistarli per poi gettarli? ma spero non apparteniate a questa categoria dato che frutta e verdura devono essere consumati!) e dichiara di non sprecare praticamente nulla. Grazie, mi pare anche logico non acquistando prodotti deperibili...; 4) il cuoco esagerato, che compra e cucina troppo [1].

Ma cosa si cela dietro lo spreco alimentare domestico? Innanzitutto la mancata correttezza nella conservazione, ma ancora prima la pianificazione [2]. Bisognerebbe fare la spesa avendo in mente quali pasti cucinare e quindi quali ingredienti comprare. Non sempre è così. A volte si fa esattamente il contrario. Il momento della spesa, poi, possiamo considerarlo il diavolo tentatore. Se la pancia non è piena è assicurato che si compra più di quello che è in lista. Giusto! La lista non deve mancare! Andate in dispensa ed aprite il frigo. Verificate cosa scarseggia, scrivete e rispettate il vostro fogliettino o la lista dello smartphone. Altrimenti potreste ritrovarvi con un eccesso di scorte, le quali, senza accorgervene, scadranno certamente. Inoltre sarebbe utile evitare le cucinate da esercito [2]. O meglio, se preparate pasti in abbondanza e poi li congelate per i giorni successivi state usufruendo di una tattica assai furba, ma se cucinate più delle normali porzioni non servite tutto a figli, mogli e mariti. Siete sicuri finiranno tutto il piatto? Quel poco di verza avanzato, per quanto piccolino sia, va a finire direttamente nella spazzatura...ed eccolo lì lo spreco. Piuttosto conservate l'eccesso per i giorni successivi.

Cosa ha comportato il Coronavirus?

Quel che ci si aspetta è che lo spreco sia aumentato esponenzialmente durante le chiusure da Coronavirus.  Al primo blocco non sapevamo quanto sarebbe durata la chiusura e soprattutto: le industrie alimentari insieme ai supermercati avrebbero garantito cibo per tutti noi? Potevamo uscire solo per far la spesa, meglio abbondare, no? Meno uscivamo meno rischiavamo il contagio e quindi il momento della spesa poteva rivelarsi esagerato. 

Ebbene sì, gli acquisti alimentari sono aumentati nella prima fase della pandemia, ma secondo uno studio del 2020 lo spreco alimentare è diminuito poiché gli italiani hanno preferito acquistare maggiormente cibo non deperibile come cibo in scatola o surgelato, oppure pasta e riso, ai prodotti meno durevoli. Brevemente: abbiamo acquistato di più, ma abbiamo buttato poco. Evidenza riscontrata soprattutto tra le famiglie numerose. Dallo studio risulta che le famiglie con un numero di figli maggiore della media abbiano sprecato meno, probabilmente perché più abituate a elaborare gli avanzi in altro modo pur di non gettarli nell'immondizia [3]. Il cibo costa, soprattutto se la famiglia è grande.

E il lockdown ci ha dato tempo, molto tempo, per pianificare i pasti e gli ingredienti da comprare. E di cucinare con criterio [3, 4]. 

Certo, le eccezioni esistono, alcuni italiani hanno sprecato di più, ma non è la maggioranza! Grande traguardo insomma [3].

Parliamoci inoltre con onestà, dobbiamo stendere un tappeto di velluto rosso verso le aziende alimentari e i supermercati, non ci hanno fatto mancare nulla, mai. Durante una pandemia non è un dato da dare per scontato. Quindi grazie! Se tu che stai leggendo lavori per le catene di approvvigionamento del cibo oppure sei un/a cassiere/a, grazie!

E bravi noi che in un momento di panico e paura siamo stati in grado di pensare con più lucidità e di sfoderare la logica. Cerchiamo di imparare da questo. Non dimentichiamo. 

Consigli

Progettiamo i pasti, programmiamo gli acquisti, facciamo una lista dei prodotti essenziali e non facciamoci ingolosire da un prodotto nuovo o da una offerta 3x2 se non siamo sicuri di poter consumare tutto per tempo, guardiamo le scadenze al supermercato ed in casa, consumiamo ciò che scade prima, i prodotti con scadenze più in là nel tempo, quindi quelli appena comprati, non mettiamoli davanti, ma dietro a quelli più vecchi che, con maggior probabilità, deperiranno prima. E effettuiamo un controllo scadenze almeno una volta a settimana. 

Insomma, ci sono popolazioni al mondo che mangerebbero anche quella robiolina scaduta. Noi, che abbiamo per giunta la "fortuna" di gettare via, evitiamo di fare torto a chi non ha da poter dar da mangiare ai propri bimbi. 

Ogni tanto scapperà quel prodotto, purtroppo. Ce lo siamo persi nel frigorifero ed è andato a male, è irrecuperabile. E lo getteremo. Un errore può capitare. Ma cerchiamo di evitare che diventi la norma. Per il nostro portafoglio e per chi quel giorno non ha cenato.

FONTI
[1] Gaiani S, Caldeira S, Adorno V, Segrè A, Vittuari M. Food wasters: Profiling consumers' attitude to waste food in Italy. Waste Manag. 2018 Feb;72:17-24.
[2] Romani S, Grappi S, Bagozzi RP, Barone AM. Domestic food practices: A study of food management behaviors and the role of food preparation planning in reducing waste. Appetite. 2018 Feb 1;121:215-227.
[3] Pappalardo G, Cerroni S, Nayga RM Jr, Yang W. Impact of Covid-19 on Household Food Waste: The Case of Italy. Front Nutr. 2020 Dec 2;7:585090
[4] Rodgers RF, Lombardo C, Cerolini S, Franko DL, Omori M, Linardon J, Guillaume S, Fischer L, Tyszkiewicz MF. "Waste not and stay at home" evidence of decreased food waste during the COVID-19 pandemic from the U.S. and Italy. Appetite. 2021 May 1;160:105110.

Commenti

  1. Come al solito articolo interessante. Credo che sia arrivato, non solo alla testa, ma anche al cuore.
    Fa riflettere...
    Fa ricordare momenti difficili e tutte le persone meno fortunate di noi.

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