La stevia: cosa ne pensano le menti scientifiche?

Forse ci troviamo di fronte all'argomento più controverso affrontato fin'ora nel blog. La stevia. Qualcosa di così semplice che le menti scientifiche non hanno ancora ben capito se approvare.

Nel corso degli anni si sono susseguiti numerosi studi e ricerche sulla stevia. Se vogliamo trovare un fatto certo, è che la stevia risulta 250 volte, circa, più dolce del comune saccarosio. Gli scienziati hanno analizzato sia le foglie essiccate, un concentrato zuccherino, sia i singoli costituenti che danno dolcezza, i glicosidi steviolici (Stevioside e Rebaudioside). Questi costituenti non hanno valore nutrizionale, dunque non vi è apporto calorico. Per chi vuole perdere peso potrebbe essere l'edulcorante ideale. Anche l'indice glicemico è nullo, il che rende la stevia particolarmente utile per i diabetici che non riescono a rinunciare al gusto dolce. Fino a qui nessun problema, giusto? E allora perché ne stiamo parlando?

Foto di Stratmains.emmanuel da Wikimedia Commons

La ragione è la mancata esistenza di un'assoluta certezza sulla sicurezza d'uso. Per un certo periodo, si ipotizzò esistesse un complotto atto a danneggiare i produttori di stevia in favore delle aziende produttrici dei dolcificanti artificiali. C'è chi ancora ne è convinto...chissà se è vero.

Inizialmente, i componenti di degradazione dei glicosidi, come lo steviolo, sembravano perturbare la struttura del codice genetico cellulare, con mutazioni del DNA ed effetti a livello ormonale [1]. Dall'altro lato, altre evidenze escludono la cancerogenicità. Anzi, paiono dimostrare alcuni benefici dei glicosidi steviolici, tra cui l'effetto terapeutico anti-cancro/diabete mellito/fibrosi cistica, solo per citarne alcuni [2]. Ulteriori ricercatori identificano come non conclusivi gli usi terapeutici dei dolcificanti alimentari perché gli studi comprovanti gli effetti positivi o sono condotti con pochi partecipanti o sono di breve durata [3]. Inoltre mancherebbero risultati sulla relazione tra edulcoranti non calorici e condizioni cliniche meno indagate come depressione, effetti neurologici e sul comportamento, emicranie o nascite premature [4].

Considerando invece le ricerche sul dolcificante stevia quando in formulazione con altri ingredienti oppure non ottenuto dai glicosidi o da steviolo...che dire, sono molto poche. Ho trovato solo uno studio sui topi le cui conclusioni confermano la sicurezza degli estratti etanolici delle foglie di stevia [5]. Non è però possibile escludere, per lo meno nell'uomo ed allo stato attuale, alcune controindicazioni, tra cui un'eventuale interazione con i farmaci. L'attenzione è quindi da porre sugli ingredienti, in quanto alcuni dolcificanti a base di stevia potrebbero essere contraffatti o contenere altri dolcificanti. Un valido prodotto dovrebbe contenere il 95% di glicoside steviolico. In aggiunta, come per ogni dolcificante, un consumo eccessivo potrebbe essere lassativo, soprattutto nei soggetti che soffrono di intestino irritabile.

Ultimo elemento da non sottovalutare è la nostra psiche. Potremmo giungere a consumare oltre misura alcuni prodotti contenenti dolcificanti a calorie zero, stevia inclusa, in quanto saremmo portati a considerarli alimenti light, senza dare il giusto peso al resto degli ingredienti. Quindi l'eccesso di prodotti dolcificati con edulcoranti alternativi potrebbe causare l'aumento di peso nel lungo termine. Per questo dovremmo agire sempre con cognizione, pensando a ciò che stiamo mangiando.  

La stevia è sul mercato: se proprio volessimo scegliere se zuccherare il caffè con stevia o saccarosio, la prima potrebbe essere la scelta migliore. Quindi si può acquistare senza terrore di danneggiare la salute...d'altronde le popolazioni indigene del Sud America sono assidui consumatori di stevia 
da millenni. Se avessero avuto il dubbio fosse la stevia a provocare problemi all'organismo, suppongo avrebbero terminato di utilizzarla. Come per ogni cosa però, il consumo di qualsiasi dolcificante non deve trasformarsi in un abuso, abbiamo visto comunque la necessità di prove aggiuntive.


Foto di Martin Büdenbender da Pixabay

Tralasciando le riflessioni sugli effetti terapeutici o curativi, vi sto per dire una cosa che  probabilmente inasprirà il giudizio che avete su di me: una delle priorità (non la sola logicamente) per perdere peso è, purtroppo, rinunciare al gusto dolce. E la soluzione più semplice e meno traumatica è abituarsi gradualmente al gusto amaro. Che ne dite, ci proviamo a diminuire lo zucchero? Per lo meno laddove è superfluo o assunto tutti i giorni, come nel latte o nel caffè. Ovvio, se poi si desidera cucinare una torta, degli impasti lievitati dolci o i panini degli hamburger che contengono zucchero o miele (li cucino anche io, adoro preparare i lievitati), è praticamente impossibile eliminarlo. Ma tanto lo sappiamo, queste sono le golosità da una tantum...A proposito, potreste dare un'occhiata all'articolo sulla pizza già che siete qua, no?

P.S. (non siete costretti a leggerlo): a questo punto vi starete chiedendo se esiste almeno un argomento nutrizionale su cui la scienza si trovi in accordo. Ad ogni post si arriva alla conclusione che non esiste parere univoco. La scienza si basa su un principio importantissimo: la falsificabilità. La scienza è tale solo se esiste, anche ipoteticamente, un’affermazione contraria rispetto alle conoscenze. E questo la rende una disciplina in continua evoluzione. Fin tanto che viene messa ripetutamente in discussione, possiamo essere certi che i ricercatori stanno lavorando bene.


FONTI
[1] Shannon M, Rehfeld A, Frizzell C, Livingstone C, McGonagle C, Skakkebaek NE, Wielogórska E,  Connolly L (2016), In vitro bioassay investigations of the endocrine disrupting potential of steviol glycosides and their metabolite steviol, components of the natural sweetener Stevia, Molecular and Cellular Endocrinology, 427:65-72. DOI/10.1016/j.mce.2016.03.005;
[2] Momtazi-Borojeni AA, Esmaeili SA, Abdollahi E, Sahebkar A. (2017), A Review on the Pharmacology and Toxicology of Steviol Glycosides Extracted from Stevia rebaudiana, Curr Pharm Des., 23(11):1616-1622. DOI:10.2174/1381612822666161021142835;
[3] Toews I, Lohner S, Küllenberg de Gaudry D, Sommer H, Meerpohl Joerg J. (2019), Association between intake of non-sugar sweeteners and health outcomes: systematic review and meta-analyses of randomised and non-randomised controlled trials and observational studies, BMJ, 364:k4718;
[4] Lohner S, Toews I, Meerpohl JJ. (2017), Health outcomes of non-nutritive sweeteners: analysis of the research landscape, Nutr J., 16(1):55. DOI:10.1186/s12937-017-0278-x
[5] Zhang Q, Yang H, Li Y, Liu H, Jia X (2017), Toxicological evaluation of ethanolic extract from Stevia rebaudiana Bertoni leaves: Genotoxicity and subchronic oral toxicity, Regulatory Toxicology and Pharmacology, 86:253-259. DOI:10.1016/j.yrtph.2017.03.021.


Commenti

  1. Ho appena letto questo nuovo articolo, sempre più interessante!

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