Le leggende metropolitane sul cibo

Nel mondo della nutrizione esistono credenze diffuse. Dietro ad ognuna si cela un fondo di verità, ma ciò che emerge è una realtà manipolata o semplicemente fraintesa. Vediamo insieme alcuni di questi miti.

Covid19 e vitamina D

Fino ad oggi ho preferito evitare di parlare del nuovo Coronavirus. Se ne sente parlare già a sufficienza ed io non sono un medico: non me la sento di esprimermi al riguardo. Forse avrei dovuto scriverne prima, in piena emergenza, ma a marzo/aprile una fake news sulla vitamina D era forse il minore dei mali. Ora che le acque si stanno calmando, o così pare, vorrei spiegare se la vitamina D protegge davvero dal Covid19.

L'associazione Coronavirus-Vitamina D è nata in quanto sono stati mal interpretati i risultati di recenti studi ancora in fase di verifica. I ricercatori hanno rilevato che, nel caso si contragga il virus, una carenza di vitamina D (precedente alla malattia) comporta una manifestazione grave dei sintomi. Spiegandomi meglio, i pazienti con i sintomi più gravi sono quelli con deficit di Vitamina D. Livelli ottimali di vitamina D, già presenti al momento del contagio, eviterebbero una reazione esagerata del sistema immunitario calmierando quindi l'infiammazione elevata che si riscontra in pazienti Covid. 

Foto di chezbeate da Pixabay

Esporsi al sole, assumere integratori ed abbuffarsi di aringhe non è quindi utile in caso di contagio. La vitamina D non è una cura o un sistema di immunizzazione verso il virus. Sicuramente sarà utile nel futuro: prendiamo il sole con le dovute creme protettive e mangiamo sano per innalzare le difese immunitarie. Nel caso il Coronavirus si ripresentasse o qualsiasi altro microrganismo cattivo si volesse impossessare di noi, avremo fatto tutto il possibile per cercare di proteggerci.

Patate e legumi come contorno di verdura

Passiamo ad argomenti più leggeri. 

Pollo con patate al forno e arrosto con contorno di piselli. Grandi classici della domenica che nascondono dietro alla loro bontà un'oscura bugia: patate e legumi non sono verdura. Vi ho sorpreso, vero? Botanicamente parlando appartengono al regno vegetale, quindi è facile capire perché sono considerati contorno di verdura. Nutrizionalmente parlando però, hanno delle proprietà che le distinguono da queste ultime. 

Certamente, sia le patate sia i legumi contengono vitamine, minerali e acqua, ma a differenza delle verdure, tali elementi non sono caratteristici. Le patate, infatti, sono costituite principalmente da carboidrati, esattamente come pasta, riso e pane. Vogliamo mangiare pollo con patate? Benissimo, abbiamo insieme un primo ed un secondo. Manca il contorno di verdure però.

E per quanto riguarda i legumi? Fagioli, piselli, ceci, lenticchie, soia e lupini contengono principalmente carboidrati e proteine. Vengono considerati dei buoni sostituti della carne per via del loro contenuto proteico. Sono il secondo ideale per chi ha scelto una dieta vegana. Mangiando il piatto della domenica composto da arrosto e piselli non facciamo altro che raddoppiare il secondo, ottenendo un pranzo iperproteico. 

Occhio quindi! Non tutto quello che genera il terreno è verdura!

Intolleranti e latticini

Ho già anticipato qualcosa nel primo post, ma se ve lo foste perso, riprendo il discorso. Se, invece, sapete già tutto, saltate pure questo paragrafo 😄.

Il lattosio è lo zucchero disaccaride naturalmente contenuto nel latte. È formato da galattosio e glucosio e ad alcuni soggetti può mancare l'enzima lattasi che spezza il legame tra galattosio e glucosio. In tal caso, il lattosio arriva tale e quale a livello intestinale. Qui viene utilizzato dal microbiota intestinale. Dal lattosio, attraverso una reazione di fermentazione, il microbiota riesce a ricavare l'energia che gli serve per tenersi in vita. Purtroppo la conseguenza è un aumento dei gas anidride carbonica, idrogeno e metano: i tre colpevoli del malessere che gli intolleranti devono sopportare.

Foto di Darko Djurin da Pixabay

Esistono vari gradi di intolleranza al lattosio. Se l'intolleranza non è estrema, l'alimentazione può includere prodotti derivati dal latte, come i formaggi stagionati. Dato che il processo di stagionatura del formaggio e lo spurgo del siero comportano l'eliminazione quasi completa del disaccaride incriminato, il contenuto di lattosio è davvero minuscolo. Anche lo yogurt può essere mangiato. Per quale motivo? Semplicemente perché i batteri Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus thermophilus, vivi nel prodotto, ricavano l'energia necessaria per il loro metabolismo spezzando il legame galattosio-glucosio, annullando quindi la presenza dello zucchero. 

È vero, quindi, che il latte deve essere evitato dagli intolleranti (a meno che non sia delattosato), così come i formaggi freschi che possiedono un buon quantitativo di lattosio. Ma non è altrettanto veritiero che un pezzetto di provolone non possa essere tranquillamente gustato.

Alimenti freschi contro alimenti surgelati (Seconda parte)

Settimana scorsa abbiamo visto come avviene il processo di congelamento. Se non si fosse capito, sono favorevole alla surgelazione, non faccio altro che parlarne! Non annoiatevi, però, se ribadisco i concetti, vorrei fosse tutto chiaro.

Brevemente. Se abbiamo un orto, non manca la verdura fresca di stagione a nostra completa disposizione. Gli ortaggi di stagione sono nutrizionalmente molto validi perché contengono in abbondanza i nutrienti a noi utili per affrontare al meglio la stagione in corso. Chi vive vicino al mare ha la gran fortuna di avere pesce fresco ogni giorno tutto per sé. Cosa c'è di meglio del pesce appena pescato... 

Non tutti disponiamo di un orto oppure di una casa sulla spiaggia. La verdura che compriamo al supermercato potrebbe essere stata raccolta parecchie ore prima rispetto al momento dell'acquisto. Per non parlare del pesce, tra l'altro facilmente deperibile. 

La catena di distribuzione richiede molto tempo per la consegna degli alimenti che desideriamo acquistare al supermercato o al mercato rionale. Più tempo passa, più la qualità nutrizionale degli alimenti decresce. C'è chi compra pesce "fresco", da più di 24 ore fuori dall'acqua, in gran quantità e poi ne congela una parte. La congelazione casalinga non è equivalente alla surgelazione industriale. Seguendo questa logica, sarebbe decisamente più produttivo comprare direttamente il pesce surgelato. Infatti la surgelazione è tempestiva, e per i prodotti del mare avviene direttamente a bordo imbarcazione. La vita del prodotto si arresta al momento della raccolta o della pesca, mantenendo ogni caratteristica sensoriale e nutrizionale del prodotto fresco.

Non esiste competizione tra il fresco ed il surgelato, entrambi rispondono alle diverse esigenze di ogni cittadino. Dalla campagna alla città, ciascuno di noi dispone di ottimo cibo con cui nutrirsi e sfamare in modo sano la famiglia.

Uno degli articoli sulla vitamina D:

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